Mose, ci vuole l’accordo sul debito

«Il MOSE è fermo e senza l’accordo sulla ristrutturazione del debito, resterà così. Vuol dire rinviare ancora la conclusione dell’opera, vuol dire lasciare nell’incertezza i lavoratori, vuol dire allontanare i tempi per la definitiva messa in sicurezza e la salvaguardia di Venezia».
Ugo Agiollo, Paolo Bizzotto e Igor Bonatesta, segretari provinciali di CGIL CISL e UIL, non nascondono la preoccupazione dopo il rinvio della decisione del Tribunale che dovrebbe concedere altri 60 giorni alle parti per raggiungere un accordo ai sensi dell’art. 182 della Legge Fallimentare.
«Auspichiamo che tutti i soggetti in causa – dichiarano i tre segretari – facciano il massimo sforzo per avvicinare le posizioni ed arrivare a un compromesso. Apprezziamo lo sforzo che in questo senso sta compiendo il Prefetto di Venezia, ma adesso sta a CVN e imprese impegnarsi perché la situazione si sblocchi».
«Le conseguenze – aggiungono CGIL CISL e UIL Venezia – sono immediate, con il MOSE fermo, senza nessun avanzamento dei lavori e soprattutto senza manutenzione dell’esistente, già a rischio usura. E poi sono proiettate nel futuro: il mancato accordo sposterebbe alle calende greche la conclusione dei lavori. Una situazione che – sommata alle incertezze sull’Autorità che dovrà gestire il sistema – provocherà ripercussioni negative a tutti i lavoratori e alla città di Venezia».