Morte sul lavoro ad Arabba. UIL Belluno: “La formazione dev’essere a 360 gradi”

“In Veneto, nei primi sette mesi di quest’anno, abbiamo registrato oltre 50 morti bianche. Gli infortuni sul lavoro continuano a mietere vittime: stamattina è morto un uomo di 57 anni mentre stava facendo manutenzione agli impianti a fune presso il rifugio Padon, Arabba, nel bellunese. Mentre sono in corso le indagini per scoprire le cause del tragico incidente, come Uil del Territorio di Belluno riteniamo doveroso intervenire ribadendo l’importanza della salute e della sicurezza dei nostri lavoratori e delle nostre lavoratrici. Lo stiamo dicendo e ripetendo più volte come un mantra: non si può morire per lavoro. Dobbiamo alzare l’asticella per prevenire e rallentare considerevolmente questi incidenti: investire di più sui controlli e sulla formazione. I controlli devono essere costanti, devono premiare chi rispetta i protocolli di sicurezza e devono sanzionare pesantemente chi trasgredisce. La formazione dev’essere a 360 gradi, deve essere specifica e non generica, finalizzata ad apprendere maggiori  informazioni sull’ambiente di lavoro in cui si svolgerà la propria mansione e sui rischi dovuti alle attrezzature che vengono impiegate. La parola d’ordine in Veneto e, in questo caso nel territorio di Belluno, deve essere la sicurezza. Ricordo, infine, che sulle nostre Dolomiti sono numerose le maestranze impiegate per i lavori, soprattutto nelle infrastrutture, in vista delle prossime Olimpiadi: non dobbiamo abbassare la guardia se vogliamo che questo evento venga ricordato come una grande festa”.

Sonia Bridda, coordinatrice di Uil Belluno, interviene con queste parole sul fatale incidente sul lavoro di oggi e coglie l’occasione per rivolgere le condoglianze alla famiglia della vittima.