Cgil, Cisl e Uil: uniti per la fusione dei Comuni. Un’operazione che potenzierà il nostro bellissimo Polesine, ma serve l’aiuto dei cittadini

E’ scattato il conto alla rovescia per la fusione dei Comuni polesani di Polesella e Guarda Veneta e la nascita del nuovo Comune che si chiamerà Polesella Veneta. Il Consiglio regionale del Veneto ha approvato il progetto di legge 185 che punta sulle aggregazioni tra Municipi, facendo scendere dal 50% al 30% il quorum di partecipazione al referendum consultivo sulla fusione dei Comuni. L’ultima parola su questa fusione toccherà ai cittadini dei due Comuni con un referendum previsto il 29 e 30 ottobre prossimi. Le segreterie provinciali di Cgil Cisl Uil di Rovigo esprimono la piena soddisfazione e il proprio sostegno per la nascita di un nuovo e unico Comune che metterà insieme circa 5mila abitanti, con un’estensione di superficie territoriale di 34 kmq. “Come Organizzazioni Sindacali Confederali, da anni, – hanno dichiarato i tre segretari Pieralberto Colombo Cgil Rovigo, Samuel Scavazzin Cisl Padova Rovigo e Gino Gregnanin Uil Rovigo – negli incontri di negoziazione sociale con i Comuni, abbiamo posto tra le priorità la fusione per consentire una maggior quantità e qualità dei servizi offerti ai cittadini. Fondamentale che ora anche molti Enti Locali ne abbiano colto l’importanza”. “Un’operazione – hanno continuato i tre segretari – che deve trovare il coinvolgimento di tutti i cittadini, perché è attraverso il confronto e il percorso che si fa insieme che si raggiungono i risultati sperati. La condivisione è un ingrediente indispensabile per avere successo e scongiurare un risultato negativo col referendum, come è già successo in passato con altri Comuni del rodigino. Bisogna essere uniti in questo progetto (Comuni, parti sociali e cittadini), desiderarlo e fare tutto il possibile perché si concretizzi. Vanno evidenziati i vantaggi che questa operazione porterà a tutta la comunità: economie di scala, aumento di sinergie a favore di una maggiore funzionalità dei vari servizi – ufficio anagrafe, ufficio tecnico, impiego più razionale dei servizi sociali ad esempio – e soprattutto maggiori risorse a disposizione per un welfare più esteso, per la rigenerazione urbana e per il decoro. A questi vantaggi aggiungiamo anche il contributo a fondo perduto per quindici anni riconosciuto dallo Stato, pari a qualche decina di milioni di euro, oltre alla possibilità di usufruire di un successivo allentamento del patto di stabilità, che si traduce in ulteriori risorse economiche a disposizione”. “Un’iniziativa che si dimostrerà utile e buona per tutti – hanno concluso i tre segretari – se riusciremo a superare quelle forme di campanilismo ancora presenti nelle piccole realtà come quelle polesane. Mai come in questo caso, invece, deve prevalere la consapevolezza che l’unione fa la forza. Cerchiamo di impegnarci in questo senso, tenendo anche in mente che la fusione tra Comuni potrebbe diventare un motivo di attrazione in un territorio in cui è fondamentale agire per frenare il costante calo demografico: il capoluogo polesano, negli ultimi dieci anni, secondo l’ufficio studi Cgia di Mestre, ha registrato una contrazione del 15,3 % (-7214 giovani). La fusione, pertanto, potrebbe incentivare il miglioramento di tutti quei servizi che favoriscono la genitorialità, perché ci sarebbero più risorse, quindi aumentando le nascite e convincendo le persone, tra cui i giovani, a rimanere in Polesine. Rimaniamo uniti e camminiamo nella stessa direzione per invertire la rotta e potenziare a 360 gradi il nostro bellissimo territorio”.