La UIL di Venezia insieme alla UIL FPL di Venezia “lanciano un grido di allarme sulla carenza dei professionisti infermieri. I dati delle preiscrizioni ai corsi di laurea per l’anno Accademico 2023-2024 nelle due Facoltà di Medicina e Chirurgia di Verona e Padova sono assolutamente preoccupanti, ed è realmente a rischio la tenuta di tutto il sistema socio sanitario”. Sono complessivamente 1984 i posti disponibili nelle due Facoltà di Medicina e Chirurgia di Padova – 1050 – e Verona – 604 ai quali si sommano i 150 posti di Trento e i 130 di Bolzano, ma i dati delle immatricolazioni, come prima scelta, sono davvero preoccupanti. Si evidenzia che il numero massimo di posti per corso di laurea nelle diverse sedi gestite dall’Università di Padova, come le preiscrizioni per la sede di Mestre/Mirano siano il 65% dei posti disponibili (130 su 200), mentre quello della sede di Portogruaro sia addirittura del 32% (32 su 100). “Lo scorso 4 settembre – affermano Igor Bonatesta e Francesco Menegazzi, rispettivamente Coordinatore provinciale di UIL Veneto-Venezia e Segretario Generale UIL FPL di Venezia – sono scaduti i termini per le preimmatricolazioni e risulta che sono solo poco più di 800 le domande presentate all’Università di Padova come opzione di prima scelta pari a circa l’80%, ma il fabbisogno risulta comunque sottodimensionato, poiché le esigenze di turn-over di infermieri per i prossimi anni ricomprende non solo la Sanità Pubblica, ma anche gli Ospedali Privati e le Case di Riposo, che sono al collasso”. “Un dato che preoccupa ulteriormente – hanno detto – se pensiamo che non è garantito che tutti coloro che iniziano questo percorso di studi lo portino a termine: vuoi perché si ritirano anzitempo, vuoi perché negli anni successivi gli studenti provano ad iscriversi ad altri corsi universitari, medicina per prima, ma anche fisioterapia, tecnico di radiologia, etc… Ne consegue che, in media, gli infermieri laureati dopo tre anni sono circa il 30% in meno di quelli iscritti”. “Il paradosso dell’incremento dei posti disponibili per il Corso di Laurea in Medicina – proseguono i sindacalisti della UIL – sta determinando un ulteriore impoverimento nella scelta di questa professione. Come annunciato di recente dal Ministro Bernini, infatti, solo quest’anno sono stati incrementati di circa 4000 i posti disponibili in tutta Italia i posti dall’anno accademico 2023-2024. La conseguenza è che gli studenti optano con più facilità per un percorso di studi che dura sicuramente di più, ma inevitabilmente più redditizio a lungo termine”. Nel territorio veneziano sono circa 6570 gli iscritti all’Ordine Professionale degli Infermieri (OPI), un dato che corrisponde grossomodo al personale che opera nel territorio provinciale. Nella Ulss 3 Serenissima sono circa 3380 gli infermieri in servizio (a fronte di un fabbisogno di 3520 – DDG 348-2022), e poco più di 1000 in Ulss 4. Nel Veneto Orientale è già scaduta la graduatoria per infermieri di recente deliberata da Azienda Zero. A questi vanno aggiunti coloro che lavorano nei 5 Ospedali Privati (Villa Salus, Policlinico San Marco, Fatebenefratelli, IRCSS San Camillo e Casa di Cura Rizzola) oltre alle circa 40 Ipab e Case di Riposo gestite da cooperative. Da una analisi della UIL mancano non meno di 150-200 unità per continuare a garantire il rispetto dei minimi assistenziali. “E’ uno scenario che non è mai stato così preoccupante, per l’immediato e in prospettiva. Gli infermieri stanno diventando dei fantasmi anche nel veneziano. – hanno continuato Bonatesta e Menegazzi – Il proliferarsi dei Centri di Medicina privati nel territorio, come quello che stanno costruendo in zona Terraglio, poco lontano dall’Ospedale dell’Angelo di Mestre, rischia di dare il colpo di grazia alla tenuta del sistema. Bene parlare di Ospedali di Comunità, ma bisogna prima essere davvero pronti con il personale infermieristico. Dobbiamo impegnarci tutti per dare una svolta positiva a questo scenario attualmente allarmante. C’è bisogno di investire di più sul personale. C’è la necessità di garantire stipendi adeguati attraverso contratti di lavoro realmente appetibili. C’è bisogno di continuare a investire sul sistema salute da parte dello Stato, ma anche della nostra Regione Veneto con cui rimane aperto il tavolo di confronto. Un tavolo permanente che ci permette di monitorare costantemente la situazione e affrontare assieme le questioni sociosanitarie, cercando le soluzioni migliori a vantaggio delle persone. La sanità veneta, quella ospedaliera pubblica, deve tornare ad essere attrattiva ponendo in primo piano le risorse professionali”.
Link con dati aggiornati in tempo reale sui corsi di laurea: https://didattica.unipd.it/off/2023/LT/ME/ME1844