Emergenza casa. UIL Veneto Treviso: “Oltre alla dignità del lavoro anche quello della casa. Scommettiamo su un Fondo di garanzia”.

“Emergenza casa anche nella Marca Trevigiana. In provincia di Treviso si registrano infatti circa 46000 alloggi sfitti, dei quali 6000 solo nel territorio comunale di Treviso. Da indagini fatte si è scoperto che, pur essendoci case non utilizzate, non solo gente del luogo fatica a trovare una casa, ma anche chi per lavoro deve trasferirsi nel territorio trevigiano incontra importanti difficoltà. Che si moltiplicano quando chi a cercare un’abitazione è un immigrato anche se è in possesso di un contratto di lavoro stabile e, in diversi casi, pur con garanzie fornite dalle stesse aziende per le quali lavora. E’ evidente che c’è un grande problema su cui è giusto che oggi si apra un dibattito, grazie anche all’occasione di questo convegno, che vede riuniti attorno allo stesso tavolo tutti i soggetti interessati che possono fare qualcosa di concreto per risolvere questa situazione, definiamola surreale”.

A parlare è Gian Luca Fraioli, il Coordinatore UIL Veneto Treviso che è intervenuto oggi, anche in rappresentanza di CGIL e CISL, al convegno sull’Edilizia residenziale pubblica, tenuto nella sede della Provincia di Treviso.

“E’ inverosimile – ha detto Fraioli – che ci siano case libere eppure le persone debbano cercarle con il lanternino. Accanto all’edilizia pubblica, va presa in considerazione quella di natura privata per cui vanno garantite risposte al territorio e sul territorio. Bisogna aiutare chi sta lavorando regolarmente, paga le tasse, ma gli viene negato un tetto per sé e la sua famiglia. E’ inaccettabile. Stiamo ragionando su un Fondo di garanzia, che potrebbe essere finanziato da soggetti istituzionali e da soggetti privati, per garantire l’affitto mensile per chi deciderà di affittare la propria casa libera a chi ne ha bisogno, in particolare per i migranti che lavorano regolarmente e si stanno integrando in maniera ottimale nel tessuto cittadino”. “Un fondo di garanzia – ha continuato – che sarà il frutto di un protocollo d’intesa su cui stiamo lavorando in maniera piena. Ricordiamo e lo ribadiamo che bisogna superare l’immagine collettiva che fotografa l’immigrazione solo come un problema e trasformarla in un’opportunità. Del resto sono anche i numeri che ce lo confermano: nella Marca Trevigiana, infatti, ad oggi si registrano 35mila stranieri occupati, suddivisi principalmente tra Industria (abbiamo aziende dove i ruoli non impiegatizi sono coperti solo da immigrati), Agricoltura (dove sono circa il 76% della forza lavoro di supporto presente) ed edilizia”.

Ben l’80% degli immigrati presenti in provincia di Treviso, che rappresentano il 10% della popolazione, hanno permessi stabili, di lunga durata, e questo significa che hanno quindi le carte in regola per vivere a Treviso. “Non facciamo di tutta l’erba un fascio. – ha evidenziato – Siamo convinti di questo progetto che ha la finalità di far incontrare serenamente la domanda e l’offerta delle abitazioni e, soprattutto, di far in modo che chi lavora abbia anche la dignità di una casa”.