Lavoro nero in agricoltura. UIL Veneto-Treviso e Segretario regionale UILA: “E’ scioccante apprendere dalla stampa che a Treviso ci siano persone trattate come schiavi”

“Siamo scioccati per quanto abbiamo letto stamattina sulla stampa relativamente al lavoro nero, svolto in condizioni disumane, da veri e propri schiavi. Si legge di almeno un centinaio di braccianti, alcuni di loro persino stranieri irregolari. Ad aprire il vaso di Pandora sono state le forze dell’ordine, che ringraziamo sempre per il lavoro costante che svolgono per la sicurezza delle persone, tramite un blitz nella Marca. Siamo alla follia pura: persone costrette a lavorare senza contratti, senza norme di sicurezza, alloggiate in case fatiscenti. Se non lo avessimo letto, faremo anche fatica a crederci: sembra di tornare nell’800 quando vigeva la schiavitù negli Stati Uniti d’America. Quando le persone, perché diverse per il colore della pelle, venivano trattate come animali, senza alcun diritto e come una sorta di bene di proprietà. La UIL Veneto-Treviso e il Segretario regionale della UILA condannano questa tratta di schiavi in agricoltura senza se e senza ma. Chiediamo con urgenza un tavolo con i Comuni, con la Prefettura e le organizzazioni datoriali di categoria per fare il punto su questa drammatica situazione e comprendere insieme quali possano essere ulteriori strumenti utili da adottare in provincia di Treviso per contrastare il caporalato e non leggere più pagine così vergognose”.

Lo dice Gian Luca Fraioli, coordinatore della UIL Veneto Treviso, insieme a Giuseppe Bozzini, segretario regionale UILA,  in merito alla recente operazione effettuata dalle forze dell’ordine nella Marca contro il lavoro nero in agricoltura.